L'orrore di Quarto Flegreo (NA)
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QUARTO FLEGREO (NA) : Nessun rispetto per le vestigia

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Messaggio  naturaTRIONFA Ven 13 Mar 2009, 09:54

Notizia del : 12 novembre 2008

QUARTO FLEGREO (NA). C’era una volta la Fescina. Sito archeologico chiuso per monnezza. Impossibile accedere alla Necropoli di via Brindisi. Il varco del cancello è ostruito da carcasse di frigoriferi e poltrone dimesse. Le foto testimoniano inclementemente lo stato in cui è ridotto uno dei luoghi più suggestivi dell’area di Quarto: la necropoli che ospita il caratteristico Mausoleo a cuspide piramidale, unico esempio di un’architettura che affonda le sue radici in oriente. Il degrado e la sporcizia sono i veri padroni della Necropoli di via Brindisi, che come ricorda uno sbiadito cartello, venne portata parzialmente alla luce nel corso degli anni settanta e ottanta a seguito di un intervento della Soprintendenza e della Regione Campania. Prima di allora era visibile solo il livello superiore del mausoleo a cuspide, utilizzato come deposito di attrezzi agricoli dai contadini dei fondi attigui che ancora oggi continuano a coltivare viti e alberi da frutto ad una spanna dal reperto archeologico che è stato completamente dimenticato dalle istituzioni. Eppure i lavori di scavo portarono alla luce un piccolo gioiello archeologico a partire dalla bassa recinzione realizzata in opera reticolata, che delimitava parte della Necropoli composta da tre mausolei funerari con basamento quadrangolare e vano ipogeo, un triclinio all’aperto, alcuni vani di servizio e due recinti minori. La struttura più antica è il monumentale mausoleo a cuspide piramidale noto a tutti come “la Fescina”, perché ricorda un contenitore di giunco, simile ad una cornucopia dritta, che i contadini del luogo utilizzano per raccogliere le ciliegie. Alle spalle del monumento è presente un varco attraverso il quale si è accede al recinto in cui, nel corso degli scavi, si rinvennero tracce di incinerazioni, urne, anfore con resti di inumati e tombe a cappuccina che, per gli archeologi documentano la continuità d’uso della necropoli fino ad epoca tarda. Ma resti di sepolture ed inumazioni vennero alla luce anche nell’area del recinto maggiore dove vennero rinvenuti spazi destinati alla cremazione dei defunti. Al momento è ancora visibile la camera superiore con il caratteristico ingresso ad arco, che si nota non appena si giunge nella zona archeologica. Impossibile accede e visitare le nicchie contenute nelle varie stanze di cui è composto il Mausoleo la cui tipologia non trova facili riscontri in ambito flegreo e campano, ma è diffusa invece in ambito microasiatico e alessandrino, Il prototipo architettonico di riferimento secondo gli studiosi è rappresentato dal celebre mausoleo d’Alicarnasso del IV sec. a. C. Attualmente siepi di rovi alti oltre due metri ricoprono interamente lo spazio in cui si trova il Mausoleo. Il cancello d’ingresso è spalancato, ma l’accesso è precluso per le tante carcasse di ingombranti ed a meno di brutte sorprese, è da folli avventurarsi. Un palo dell’illuminazione si erge nello spazio recintato ed un faro potente è diretto ad illuminare la Fescina. La speranza è che almeno resti spento. Per evitare di illuminare una vergogna!

Fonte : Il Giornale di Napoli
Link diretto : http://www.ilroma.net/test3/pagine_new/home.php
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Messaggio  Contrasto Lun 23 Mar 2009, 18:12

naturaTRIONFA ha scritto:Notizia del : 12 novembre 2008

QUARTO FLEGREO (NA). C’era una volta la Fescina. Sito archeologico chiuso per monnezza. Impossibile accedere alla Necropoli di via Brindisi. Il varco del cancello è ostruito da carcasse di frigoriferi e poltrone dimesse. Le foto testimoniano inclementemente lo stato in cui è ridotto uno dei luoghi più suggestivi dell’area di Quarto: la necropoli che ospita il caratteristico Mausoleo a cuspide piramidale, unico esempio di un’architettura che affonda le sue radici in oriente. Il degrado e la sporcizia sono i veri padroni della Necropoli di via Brindisi, che come ricorda uno sbiadito cartello, venne portata parzialmente alla luce nel corso degli anni settanta e ottanta a seguito di un intervento della Soprintendenza e della Regione Campania. Prima di allora era visibile solo il livello superiore del mausoleo a cuspide, utilizzato come deposito di attrezzi agricoli dai contadini dei fondi attigui che ancora oggi continuano a coltivare viti e alberi da frutto ad una spanna dal reperto archeologico che è stato completamente dimenticato dalle istituzioni. Eppure i lavori di scavo portarono alla luce un piccolo gioiello archeologico a partire dalla bassa recinzione realizzata in opera reticolata, che delimitava parte della Necropoli composta da tre mausolei funerari con basamento quadrangolare e vano ipogeo, un triclinio all’aperto, alcuni vani di servizio e due recinti minori. La struttura più antica è il monumentale mausoleo a cuspide piramidale noto a tutti come “la Fescina”, perché ricorda un contenitore di giunco, simile ad una cornucopia dritta, che i contadini del luogo utilizzano per raccogliere le ciliegie. Alle spalle del monumento è presente un varco attraverso il quale si è accede al recinto in cui, nel corso degli scavi, si rinvennero tracce di incinerazioni, urne, anfore con resti di inumati e tombe a cappuccina che, per gli archeologi documentano la continuità d’uso della necropoli fino ad epoca tarda. Ma resti di sepolture ed inumazioni vennero alla luce anche nell’area del recinto maggiore dove vennero rinvenuti spazi destinati alla cremazione dei defunti. Al momento è ancora visibile la camera superiore con il caratteristico ingresso ad arco, che si nota non appena si giunge nella zona archeologica. Impossibile accede e visitare le nicchie contenute nelle varie stanze di cui è composto il Mausoleo la cui tipologia non trova facili riscontri in ambito flegreo e campano, ma è diffusa invece in ambito microasiatico e alessandrino, Il prototipo architettonico di riferimento secondo gli studiosi è rappresentato dal celebre mausoleo d’Alicarnasso del IV sec. a. C. Attualmente siepi di rovi alti oltre due metri ricoprono interamente lo spazio in cui si trova il Mausoleo. Il cancello d’ingresso è spalancato, ma l’accesso è precluso per le tante carcasse di ingombranti ed a meno di brutte sorprese, è da folli avventurarsi. Un palo dell’illuminazione si erge nello spazio recintato ed un faro potente è diretto ad illuminare la Fescina. La speranza è che almeno resti spento. Per evitare di illuminare una vergogna!

Fonte : Il Giornale di Napoli
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A Quarto Flegreo (NA), non c'è rispetto per le persone...nesusn rispetto per i cittadini, figurati per i monumenti!
Se chiedi ai tamarri indigeni o alle bestie arrivate da Napoli, cosa cacchio è la fescina, manco lo sanno...e ti dirò di più...se chiedi "cos'è un monumento" ?, scoprirai che il 50% degli intervistato non saprà risponderti.
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